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Chiesa di San Nicodemo
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 Chiesa di San Nicodemo


La Chiesa è dedicata Santo Nicodemo, Santo protettore e Patrono di Cirò, a cui la tradizione e alcuni testi attribuiscono i natali. Si tratta di un edificio modesto composto da un unico ambiente disadorno con al centro un altare sormontato dalla statua del Santo. Le pareti sono nude, eccezion fatta per quella di sinistra dove si trova una nicchia che custodisce gelosamente le reliquie del Santo monaco, l’osso mascellare e due denti molari. Dietro l’altare, sulla pietra, secondo la tradizione popolare, si possono osservare le impronte della mano del Santo quando ancora giovinetto si aggrappò per non cadere nel dirupo sottostante.

 

Si pensa che S. Nicodemo nacque in questo paese da una famiglia umile, che viveva in una modesta casetta nell’allora villaggio Ypskron, attuale portello, la zona più antica del borgo, oggi Chiesa del Santo. Nicodemo volle intraprendere da giovanissimo la vita monacale, ma il maestro da lui scelto, Fantino il Giovane, lo rifiutò più volte ritenendolo di costituzione troppo gracile per la vita di rinunce e macerazioni imposta allora ai monaci. Quando venne finalmente accettato impressionò i confratelli con la sua continua preghiera, protratta oltre i normali limiti umani, i patimenti fisici e le esaltazioni mistiche. Costretto a fuggire dal Mercurion (luogo di studio del Monachesimo) dalle continue incursioni saracene trovò rifugio sul Kellerana, Monte Cellerano, oggi Monte San Nicodemo, situato nel territorio dell'attuale comune di Mammola, territorio del Parco Nazionale dell'Aspromonte, luogo completamente selvaggio, ricoperto di boschi. Grazie alla sua fama di santità attirò nel tempo numerosi altri asceti e pellegrini; tutto ciò portò alla fondazione di un monastero, attorno al quale costituì una comunità di monaci basiliani. Egli morì proprio qui nell'anno 990 e il suo corpo riposò nell’oratorio fino al 1588 quando le sue ossa furono trasportate a Mammola e venerate dal popolo come reliquie. 

La vita di San Nicodemo, divisa fra due comunità, quella di Cirò e quella di Mammola, delle quali è patrono e protettore, ha portato ad un gemellaggio dei due paesi che dura da sempre.

L'insegnamento di San Nicodemo è avvicinabile a quello di San Francesco d'Assisi: infatti i racconti pervenutici ce lo descrivono mentre difende un lupo dai contadini che lo vogliono uccidere dimostrandone la socievolezza, impedisce ad un confratello di colpire una vipera in quanto anch'essa "creata da Dio per stare sulla Terra" oppure in compagnia del cinghiale suo inseparabile compagno.